Fra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, si frappone sempre il ciò che si ha. Il pensiero, espresso a suo tempo da Schopenhauer, conduce ad una logica esatta quanto l'alternanza del giorno e della notte: non v'è ragione per credere che il ciò che si ha possa cambiare, per nostra volontà o per l'intervento del fato. Il volere non tramuta l'essere, il fato è una probabilità accessoria così remota da non manifestarsi mai, tranne che nelle parole dei poeti.